Intervista a Douglas Ponton, responsabile scientifico della conferenza internazionale sul Blues.
Può il Blues essere un fattore positivo di trasformazione in un momento in cui le città vivono una stagione di forti tensioni, di cambiamenti epocali della composizione sociale organica? Può il Blues considerarsi un elemento di dialogo intergenerazionale e interculturale capace di parlare, con la leggerezza della musica, a tutte le classi sociali? Può il Blues farsi strumento in grado di cogliere i punti unificanti del valore di emancipazione e coscienza collettiva nelle nostre disordinate vite nelle città del nostro tempo? E che dire se questa riflessione viene fatta a partire da una città che vive una stagione di profonda crisi economica, sociale e culturale?
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