Dear Mesdames, Gentlemen,
This note follows the workgroup on the theme “immigration” that we discuss during the Madrid 2016 AGM of the EUROPE DIRECT network.
The general idea can be resumed in a negative part, a positive one and a sharing opportunities framework for a transnational pilot action on integration and intercultural dialogues.
The negative part is about the prevention of some communication mistakes that my generate attitude favorable to populistic and instrumental use of the concept of “solidarity”. This kind of attitude is the way to interpretng the concept as “I have to pay for”, which is exactly one of the main reason why people in the UK recent referendum voted for “brexit”. We can say the same about the walls that some countries in the Eastern border are building trying to prevent the problem.
The positive part is about the legal framework of this proposal, that is based upon 7th and 8th EU priorities, respectively “fundamental rights” and “new licy on migration”. In this field, the proposal we are doing is about the creation of some territorial laboratories about intercultural and interreligious dialogues, to create, alongside the essential dimension of efforts against terrorsm and rescuing at sea, a sense of opportunity that will be useful also for the creation of new kind of jobs about the “society of care”, involving anthropologist, psychologist, teachers of language, recovering the inner meaning of the European Union and its historical and philosophical mission of civilization.
This suggestion comes also by the recent (1st Sept 2016) visit of the Deputy President of the EU Commission, Frans Timmermans, in Siracusa (Sicily, Italy), where he held a session of the #EUDialogues and from which a concrete dialogue with expressions of the religious and non confessional organisations, that are the subject to generate with the kind of project we are suggesting.
This is the general framework, a more comprehensive and line-by-line operational plane will be generate after your feedback.
SICILIA, MEDITERRANEO
CENTRALITÀ GEOGRAFICA E CENTRALITÀ CULTURALE
NUOVI SPAZI DI SVILUPPO TRA PROBLEMI E CONTRADDIZIONI
di Davide C. Crimi*
*Ricercatore indipendente, responsabile EUROPE DIRECT Catania. Europe Direct è un network della Commissione Europea.

Fonte: European Parliamentary Research Service Blog – Accessi degli ingressi illegali in Europa, dati 2014
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Questa riflessione fa idealmente seguito agli #EUDialogues intrapresi dal Primo Vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans e, in particolare, al recente incontro a Siracusa, tenutosi l’ 1 Settembre al Teatro Antico, durante il quale sono emerse rilevanti considerazioni sulla centralità geografica e strategica della Sicilia alla quale non corrisponde una altrettanto definita centralità culturale.
Recuperare margini sul terreno della cultura significherebbe poter meglio reagire alle ondate di flussi migratori che segnano la svolta epocale di questo XXI secolo, con l’Italia – e la Sicilia in prima linea – nella morsa di questa pressione. Inaugurare, accanto ai centri di primo soccorso ed accoglienza, dei laboratori di dialogo interculturale e interreligioso, significherebbe non subire passivamente l’onda migratoria e trasformare il fenomeno gradualmente verso una nuova idea di socialità e di integrazione, recuperando i grandi temi del dialogo umanistico e filosofico, confessionale e non, in direzione di una più efficace azione sistemica verso la reciproca comprensione e l’integrazione sui valori europei.
Queste considerazioni si sviluppano anche attraverso le ulteriori analisi svolte durante l’ Annual General Meeting della rete EUROPE DIRECT tenuta a Madrid dal 17-19 ottobre 2016, che ha permesso un confronto, alla simultanea presenza di esponenti della rete territoriale, ramificata sull’intera estensione dei 27 Stati Membri (e con la presenza ancora del Regno Unito, in attesa delle determinazioni conseguenti al referendum che ha determinato la vittoria del “brexit”). La manifestazione della volontà di uscire dall’Unione Europea da parte dei cittadini inglesi, infatti, ha trovato nel tema dell’immigrazione un forte argomento che ha inciso in maniera estremamente significativa nel determinare l’esito del referendum. Dal punto di vista delle elaborazioni, si è trattato di riflettere sui lavori specifici tenuti a Bruxelles nello scorso marzo e con un focus specifico sugli Accordi di Dublino che regolamentano attualmente la posizione dell’Unione Europea sull’immigrazione.
L’idea generale può essere descritta con un’analisi che comprende: a) una parte negativa, b) una positiva e costruttiva, c) la definizione di un quadro delle opportunità di condivisione di un’azione pilota transnazionale, in materia di integrazione e dialogo interculturale.

La parte negativa riguarda la prevenzione di alcuni errori di comunicazione che hanno l’effetto di generare orientamenti favorevoli ad un uso populista e strumentale del concetto di “solidarietà”. Questo atteggiamento è il modo di interpretare questo concetto come un ulteriore peso per i cittadini europei, generando una risposta del tipo “sono io che devo pagare per loro”, che è esattamente uno dei motivi principali per cui la gente nel recente referendum del Regno Unito ha votato per “brexit”. Possiamo dire lo stesso dei muri che alcuni paesi del confine orientale stanno costruendo cercando di prevenire il problema: si tratta di palliativi che non possono arginare un fenomeno che è epocale e incommensurabile con esperienze ordinarie, catalogabili e prevedibili. Le dimensioni sono assolutamente differenti.
La parte positiva, la pars costruens di questa riflessione, è il quadro giuridico della proposta, che si basa sulle priorità definite dall’Unione Europea, rispettivamente, la 7 “diritti fondamentali” e la 8 “nuova politica in materia di migrazione”. Ciò significa che esiste un legal framework, un quadro d’azione legale (e finanziario), che permette di immaginare di ottenere sostegno dall’Europa in forma di aiuti concreti e specifici. In questo senso, la proposta che qui si delinea, rispetto alla quale siamo aperti per una costruzione condivisa, riguarda la creazione di alcuni laboratori territoriali, idonei a intraprendere azione stabile per dialoghi interculturali e interreligiosi, per creare, accanto alla dimensione essenziale degli sforzi per le opere di salvataggio in mare, la prevenzione della devianza (prostituzione e droga, su tutti) e per prevenire il terrorismo, costruendo senso di opportunità e di speranza che saranno utili non solo per gli immigrati, ma anche per la creazione su base territoriale di nuovi posti di lavoro, imperniati sulla “società della cura”, coinvolgendo antropologi, psicologi, mediatori culturali, insegnanti di lingua e recuperando il significato interiore dell’Unione europea e la sua missione storica e filosofica di portatrice di civiltà.
Reinterpretando i suggerimenti giunti dalla richiamata sessione degli #EUDialogues, i numerosi e qualificati interventi di operatori territoriali hanno offerto la loro disponibilità, sensibilità e competenza, culminando in una serie di lettere, proposte e memorandum che sono state consegnate a Mr. Timmermans, sulla base della sua esortazione a svolgere, a distanza di un anno, una verifica, discutendone durante un nuovo appuntamento pubblico. “Così vedrete se parlare con me è utile o no” – ha detto testualmente il Vicepresidente UE.
Le condizioni che derivano dall’incontro/scontro tra diverse etnie e civiltà richiedono azioni di confronto attivo e reciproca comprensione. Su questa scia si innestano i lavori svolti a Catania il 25 Ottobre, con la presenza del capo della Comunità dei Samaritani – e qui il discorso si allarga e si fa concentrico, perché dovremmo fare riferimento ad un altro modo di concepire Israele e la sua posizione geopolitica nel Mediterraneo – e le sessioni ulteriori del 3 Novembre, con la presenza di Suzana Glavaś (università “L’Orientale” di Napoli) e di Michele Gazich (musicista e compositore di fama internazionale), nonché di Emiliano Abramo (Comunità di Sant’Egidio) e di Kheit Abdelhafid (Presidente delle Comunità Islamiche di Sicilia), rappresentano dei passi in avanti in direzione di un progetto che, ci auguriamo, potrà estendersi a tutte le organizzazioni che vorranno lavorare per dare al tema “immigrazione” un respiro diverso e conquistare credibilità per la difesa dei diritti umani, dei diritti fondamentali della persona e per reintegrare l’Europa nella sua dimensione più alta di portatrice di civiltà.
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English synopsis
This short exposition can be resumed in a negative part, a positive one and a sharing opportunities framework for a transnational pilot action on integration and intercultural dialogues.
The negative part is about the prevention of some communication mistakes that may generate attitude favorable to populistic and instrumental use of the concept of “solidarity”. This kind of attitude is the way to interpreting the concept as “I have to pay for”, which is exactly one of the main reason why people in the UK recent referendum voted for “brexit”. We can say the same about the walls that some countries in the Eastern border are building trying to prevent the problem.
The positive part is about the legal framework of this proposal, that is based upon 7th and 8th EU priorities, respectively “fundamental rights” and “new policy on migration”. In this field, the proposal we are doing is about the creation of some territorial laboratories about intercultural and interreligious dialogues, to create, alongside the essential dimension of efforts against terrorism and rescuing at sea, a sense of opportunity that will be useful also for the creation of new kind of jobs about the “society of care”, involving anthropologist, psychologist, teachers of language, recovering the inner meaning of the European Union and its historical and philosophical mission of civilization.
This suggestion comes also by the recent (1st Sept 2016) visit of the Deputy President of the EU Commission, Frans Timmermans, in Siracusa (Sicily, Italy), where he held a session of the #EUDialogues and from which a concrete dialogue with expressions of the religious and non confessional organisations, that are the subject to generate with the kind of project we are suggesting. Other recommendations.follow the workgroup on the theme “immigration” that we discuss during the Madrid 2016 AGM of the EUROPE DIRECT network.
This is the general framework, a more comprehensive and line-by-line operational plane will be generate after your feedback.
Davide C. Crimi
Independent researcher, responsible in charge EUROPE DIRECT in Catania. Europa Direct is a network of the European Commission
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Youtube:https://youtu.be/Znqqc4nj4FE
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