DE SIDEREUM

Prendiamo spunto da un recente dossier apparso su TIME del 18 marzo 2019 per fare qualche considerazione sulla situazione del Tibet. La versione semplice sarebbe quella di un paese in esilio, vittima dal 1959 della persecuzione del regime comunista di Mao e da allora progressivamente deprivato dei propri atavici possedimenti.

Questa visione semplificata è certamente vera. A patto di non confondere la leggenda dell’ “Orizzonte Perduto” (come la definisce Charlie Campbell, autore del richiamato dossier) con la verità storica: “il regno non fu mai una utopia agraria e spirituale. La maggior parte dei residenti vissero un’esistenza hobbesiana. I nobili erano strettamente legati in sette classi, con il solo Dalai Lama appartenente alla prima. Pochissimi tra le persone comuni ebbero anche un livello minimo di educazione e istruzione. La medicina moderna era proibita, soprattutto la chirurgia, ed anche malanni minori erano causa di morte. Le malattie erano tipicamente trattata con impacchi…

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