Recensione a «Perché no?» di Fabrizio Caròla

[ES, Napoli 2016, a cura di Dario Catena].

Singolare libro, questo testo di Caròla. Singolare e duplice, perché il volume in realtà racchiude due libri distinti. Il primo è il racconto di un’utopia concreta, raccontata con la leggerezza e la disinvoltura di cui solo un napoletano dop può essere capace. In breve, è il racconto semplice e disarmante di come il mondo dovrebbe funzionare se ognuno fosse responsabile e se chi sta al potere usasse la sua posizione non per tenere la gente nel bisogno e nell’ignoranza, ma per contribuire al progresso e all’evoluzione di ogni singola anima. La forza di questo racconto è nel suo dimostrare come – se solo si usasse un ordinario buon senso – di colpo appaiono stupide tutte le costrizioni e gli obblighi ai quali siamo abituati per routine. Basterebbe solo questo per rendere il libro di Caròla consigliabile: la sua naturale predisposizione a mettere tutto sotto il sole, in chiaro.

Si potrebbe obiettare l’eccesso di semplificazione, o di ottimismo, nel senso che il potere non agisce mai per caso, ma sempre per calcolo: e tenere la gente nell’ignoranza, nel bisogno e nell’oblio di sé non sono frutto di errore, ma di scelta. Anche quando apparentemente la scelta non c’é. Sia o no una ipersemplificazione, la provocazione di Caròla resta comunque interessante, e viene voglia di sapere chi sia mai l’autore di questa utopia. Il secondo libro ospitato in questo volume, un testo biografico, permette di soddisfare questa curiosità e di addentrarsi nelle molte vite di un architetto che ha girato il mondo non per imporre il suo segno ma per capire qual è il segno giusto, scoprendo che non c’è un’architettura giusta per ogni luogo, ma che ogni luogo esige un’architettura diversa. Esattamente il contrario di quanto la cultura occidentale ha fatto, sovraimponendo strutture funzionalmente inadeguate e imprimendo il marchio del colonialismo e dello sfruttamento.

Il libro si manifesta particolarmente interessante per chi vuole avere uno sguardo diverso sul mondo e si dispone a cercare la sua via. Con la sua testimonianza, Caròla ci ricorda che, malgrado tutto, è comunque possibile. E che ne vale la pena.